Hotel Chesa Colani

La Chesa Colani è un palazzo storico di fine ‘600 costruito per una famiglia patrizia nel centro di Madulain, il più piccolo paese dell’Alta Engadina: 170 abitanti a soli 12 Km da St Moritz. Agli inizi dell’800 si presentava separato dalla vicina Chesa Seja da un cortile. Verso la metà dell’800, la famiglia Romedi vi aprì l’Azienda vinicola ”Veltliner Weine Romedi”, delimitò il cortile verso la strada con una recinzione e realizzò una cantina interrata sfruttando il dislivello esistente. Successivamente gli edifici furono trasformati in un Hotel e nel cortile fu realizzato un volume alto un piano (1984). Il progetto ha previsto la completa ristrutturazione della Chesa Colani, la demolizione del corpo di fabbrica realizzato negli anni ‘80 e la sua ricostruzione. Il nuovo volume d’ingresso dell’Hotel presenta una copertura piana e una facciata vetrata su via Maistra. Volutamente il più possibile “trasparente” verso la strada, presenta due lunghi lucernari sulla copertura, lungo le pareti dei due edifici storici, che permettono di vedere dall’interno le facciate a tutt’altezza e inondano di luce zenitale il salone creando suggestivi giochi di luce. Nel progetto arte e architettura sono in stretta correlazione, con differenti linguaggi si accostano e si sovrappongono senza confondersi, esprimono in modo inaspettato e profondo il rapporto tra l’edificio e il luogo in cui è inserito, molto particolare. Intorno alla Chesa Colani vi sono infatti suggestivi boschi di larici e incombono le vette che hanno fatto la storia dell’alpinismo: tra queste il Piz Kesch, a 2500 m e il Piz Mezeun. La prima installazione “Steingarten” consiste in un giardino roccioso installato sulla copertura piana della Hall e allude in forma fantastica e idealizzata al paesaggio di questa parte dei Grigioni. L’idea dell’acqua è rappresentata dalle sfere di acciaio che qui sono posate tra le pietre grigio-verdi, un richiamo alla morena di un ghiacciaio. Lungo la Via Maistra invece sono stati collocati cinque alberelli di metallo dai rami spogli i cui fusti contengono delle canne d’organo che generano suoni, stimolati imprevedibilmente dal vento che soffia nella valle o che scende potente dal vicino Piz Mezeun. “The wind is blowing in my direction” è il titolo di questa seconda installazione permanente dell’artista Letizia Cariello. Nel nuovo Hotel Chesa Colani ristrutturato vi sono tre suites, tre junior suites, tre Classic Superior e quattro Classic Standard. Il Ristorante al piano terreno occupa la parte più antica dell’edificio. Il grande “Suler”, un tempo ingresso al fienile, è stato trasformato nel salone principale con ai lati, comunicanti, le salette: la “Stuva”, rivestita in abete, l’antica cucina con la tipica copertura a volta (la “Chà da fo”) e la vecchia dispensa (la “Chamineda”). Tutte le opere in legno nell’Hotel Colani sono state realizzate dalla Falegnameria Albino Pozzi di Colico, su disegno degli Architetti Bertolini e Galli: boiserie, soppalchi, scale in legno, corrimani, armadi, piani lavabi, letti. Le camere del 2°-3° piano presentano soffitti in legno in abete termico asciato e pareti in abete termico spazzolato. Il trattamento prevede l’utilizzo combinato di calore e vapore senza aggiunta di additivi chimici, pertanto ecologico. Il legno assume tonalità di colore calde ed intense, resistenti all’umidità. Le camere al piano 1° presentano invece boiserie in cirmolo. I pavimenti sono stati realizzati utilizzando doghe in larice bio posate a correre. Nel Ristorante invece in larice naturale spazzolato. I pavimenti della Hall, della Spa e dei bagni sono in pietra ollare, materiale cavato a Chiavenna sin dall’epoca romana, una roccia di colore grigio-verde scuro dalle tonalità diverse. Nella Hall, nella SPA e nei bagni in lastre con finitura a disco in formati diversi posate a correre. Nei locali attigui al ristorante (Chamineda e Cha da Fo) invece con finitura spazzolata. Nei bagni e nella Spa sono state utilizzate per i rivestimenti lastre di pietra ollare con finitura a taglio a disco, da 10 cm di altezza e di lunghezza diversa (dai 30 agli 80 cm), posate a correre, di differente spessore, da cm 1 a 6 mm. L’effetto finale ottenuto è di una paramento in pietra che sembra quasi posato a secco. Le scale interne presentano infine pedate, alzate e pianerottoli in pietra ollare spazzolata. Nell’ampio locale della SPA (un tempo cantina del vino) vi sono una vasca di acqua fredda con cascata “Funtain”, una doccia emozionale per la cromoterapia, i lettini per il relax e massaggi, una Sauna Effegibi “Auki”, un Bagno turco/Hammam Effegibi, una minipiscina Iacuzzi rivestita in legno. L’edificio è stato completamente risanato migliorando l’isolamento termico e acustico di tutti i singoli elementi costruttivi: pareti, copertura, serramenti, pavimenti, solette contro terra, muri cantinati. Le pareti perimetrali sono state isolate termicamente dall’interno per poter preservare le decorazioni a sgraffito delle facciate. Attenzione massima è stata riservata all’impiantistica che prevede il teleriscaldamento. La nuova centrale a legna automatica realizzata dal Comune di Madulain nel 2012, riscalda vari stabili tra cui l’Hotel Chesa Colani. Si tratta di un progetto comunale nato dall’idea di ridurre il consumo di carburante. Il Comune ha deciso di puntare sulla variante “cippato”, una fonte energetica rinnovabile particolarmente abbondante in valle. L’impianto di riscaldamento nell’Hotel è a pannelli radianti a bassa temperatura. Nei bagni sono stati installati in aggiunta termoarredi elettrici della ditta italiana Hydroprisma. L’Hotel Chesa Colani è stato dotato di tutti i confort: l’intelligenza che caratterizza la gestione dell’hotel é di quanto più attuale ci sia nel campo della domotica. Un impianto a standard KNX www.knx.org al quale sono state affidate le gestioni dell’energia, dell’illuminazione, del controllo accessi. Tutti i corpi illuminanti scelti sono di marca Flos, tra i brand più apprezzati per design e qualità. Estetiche sempre originali, invenzioni tipologiche e illuminotecniche all’avanguardia, ma sempre di assoluta semplicità. Si è scelto il corpo illuminante “ CLESSIDRA” per illuminare la Hall, il Ristorante, i Corridoi, le scale e le Camere (design A. Citterio). Una lampada da parete a luce diretta/indiretta diffusa che vuole evocare la lanterna, irradia un fascio di luce in alto ed uno in basso. Le “HIDE S and L” di Philippe Starck sono state proposte per alcune camere, si tratta di una lampada a parete a luce indiretta, dal corpo in alluminio pressofuso, con finitura lucida, pannelli bianchi o in legno nobile. L’efficienza di questo innovativo sistema di illuminazione, pari al 98%, concede di sfruttare senza perdite la potenza dei led utilizzati. In tutti i corridoi invece, sono stati utilizzati gli “EASY KAP” da incasso, sorgente luminosa alogena e alogenuro metallico, con finitura in oro opaco. Il “Softprofile deco starck large” simula una cascata d’acqua all’ingresso della SPA e lunghe “stripe led blu” alla sommità delle pareti creano invece un’atmosfera adatta al relax insieme alla cromoterapia della doccia emozionale. Tutte le camere sono caratterizzate dalla presenza delle lampade “Ktribe Soft” a parete e da terra, a luce diffusa, molto calda che crea un’atmosfera accogliente e rilassante per gli ospiti. “Compass box” a soffitto con finitura in legno wengè sono state invece proposte in corrispondenza delle armadiature. In una suite infine vi è la “Glo-Ball” (design Jasper Morrison) lampada da terra, oggetto nuovo e familiare, realizzato con il minimo indispensabile: un disco rotondo in metallo per la base, più un’asta sottile in alluminio satinato che sorregge il diffusore. Il regolatore di intensità permette di dosare la vivacità della luce. www.flos.com singoli pezzi d’epoca sono stati scelti direttamente dal gestore dell’Hotel Chesa Colani, Alessio Raggio, nei migliori antiquari inglesi. Un sontuoso divano di Christophe Guy, due divani capitonné, un tavolo conviviale in cristallo su basi in ferro battuto d’epoca vittoriana, una monumentale trave di legno antico recuperata da un vecchio fienile toscano che funge da piano bar. Due cornici lavorate a foglia d’oro sospese alle imponenti travi del soffitto della Hall, antiche stampe. Nel Ristorante invece un monumentale lampadario in vetro bianco di Murano, un grande tavolo conviviale da otto posti costituito da due grandi travi irregolari di olmo sabbiate e trattate ad olio, poltrone e tavolini.

Trittico a Luvinate

consulente: G.Baldrati (strutture)
collaboratori: Davide Proverbio

Clou di questa ristrutturazione è il soggiorno a doppia altezza con la grande finestra (5 metri per 3) tripartita che inquadra il giardino e un bosco di querce secolari sullo sfondo. Un vero e proprio trittico che trasporta letteralmente il paesaggio all’interno della casa.

Edificio residenziale

L’ edificio si trova in una zona residenziale a bassa densità, comprende due unità abitative, disposte su due piani fuori terra ed autorimessa interrata ed è circondato da un ampio scoperto alberato.
Il disegno del fabbricato nasce nel solco dell’architettura tradizionale, alla quale si riferisce per la semplicità e compattezza della pianta e dei volumi, per i materiali, il tipo di copertura il portico sul lato sud.
Le due unità pressoché simmetriche, sono separate da un portico passante, il prospetto principale è caratterizzato dalla sequenza di pilastri in mattoni faccia a vista e sovrapposte travi in legno, nonché dal tetto a falde con manto di copertura in coppi di laterizio.

e_Exterior house

The basic concept is of a house within a house, similar to a Russian doll. The approach generates three types of spaces, the interior, the exterior and an intermediary space. The intermediary space can be used as a garden or terrace and acts in a similar way to a greenhouse or double-glazing. It allows the occupants to lengthen the time for outdoor living in spite of the harsh climate. All windows in the internal space open on to the intermediary space, which in turn has windows to the exterior. The typical section is a self-supporting steel structure. The same section acts as a thermal conductor, absorbing the heat from the mass of the house and redistributing it to maintain comfortable temperatures in winter and transferring the heat in the summertime to the outside. The house is open toward the south to take advantage of passive solar gains, while the north buffers the cold with a closed insulated steel tile surface. The outer structure is open to definition by the owner, who is able to choose the use of colours and patterns to personalize the home. The steel sections can be added or subtracted to create additional home variations.
Località – Location: Cherepotevs – Russia
Committente – Client: Living Steel – International Iron and Steel Institute
Fase – Phase: International competition | Shortlisted
Superficie – Area: 120/150 sqm
Anno – Year: 2008
Design team: Modostudio in partnership with Atenastudio
Consulenti – Consultants: structural engineer; Labores studio_eng (R.Romano, M.G.Santini, A.Galli) sustainable systems; Cenergia (Ole Balslev-Olesen, Ove Mørck)

Elisabeth and Helmut Uhl Foundation

The project of the Elisabeth and Helmut Uhl foundation has been realized thanks to a restricted international architectural competition held in 2009, which saw the participation of fifteen architectural teams from Italy, Switzerland, Austria and Germany. The jury was composed by prof. arch. Thomas Herzog, prof. Andrea Vidotto, prof. Vittorio Magnano Lampugnani and prof. arch. Hermann Kaufmann. The aim of the competition was to design a building able to host the activities of the homonymous cultural and research foundation. The building is located in the municipality of Laives, near Bolzano, on a slope of a mountain enjoying a spectacular panoramic view and an amazing surrounding landscape. The project sought to preserve the surrounding environment: the buildings insist on the same footprint of the previous buildings, now demolished. The building foundation consists of a series of architectural volumes: a transparent glass and steel volume hosts research activities, a wood cladding volume is used as a leisure and dining hall, while the lower architectural body, on which these volumes are placed, hosts support areas for the activities of the foundation and a wine cellar. The project aims to express the tension generated by the orographic characteristics of the site and the specific functions of the building foundation: a tension generated by the visual connections between the interior spaces and the external environment. The building expresses the relation between the traditions of the place and the technological innovation, between the space for working and the space for living. The buildings are designed to protect guests from the particular climatic conditions, but at the same time to let them enjoy the benefits created by the surrounding environment and the wonderful views. Part of the construction materials were recovered from the demolition of existing buildings. The construction materials follow local traditions, such as hand-cut larch shingles, the exterior plaster and the porphyry stones which remind to the traditional local buildings. The construction materials become elements of dialogue with the history and the culture of the region. Innovative technology solutions are adopted; the structure of the lower part of the building foundation is made of structural panels with Thoma wood technology while the upper volume hosts a sophisticated opening window system. The building is classified in Casaclima A with the distinction of having no controlled indoor ventilation, replaced by the possibility of using the hot air generated in the glass volume, acting as a buffer zone. A large tank of 20,000 liters, thermally insulated, is able, supported by a solar heating system and a biomass boiler, to satisfy the radiant heating floor through the complex.
Località – Location: Laives – Italy
Committente – Client: Elisabeth and Helmut Uhl foundation
Fase – Phase: restricted architectural competition | winning project – Progettazione preliminare, definitiva, dettagli guida, direzione artistica – Preliminary and final design, tender drawings, site supervision | realized
Superficie Lorda – GFA Area: 1.450 sqm
Anno – Year: 2009-2014
Team: Design team: Modostudio (Fabio Cibinel, Roberto Laurenti, Giorgio Martocchia)
Consulenti – Consultants: structural engineer: Ing. Gilberto Sarti; mechanical engineer and Klimahaus consultant: p.i. Thomas Dissertori, Arch. Alberto Micheletti
Site manager; Arch. Marco De Fonzo
Impresa – Contractor: Kargruber-Stoll GmbH
Wooden structure and wooden floor: Thoma Holz GmbH
Special automations: Meccatronica D.B.D. srl
Photographs: © Laura Egger

Intecs spa headquarters

Il progetto si trova in una importante e ben collegata area produttiva finalizzata alla ricerca avanzata situata nella parte est della citta. L’edificio ha un volume chiaro, estremamente compatto ma con un interessante rapporto con il contesto in cui si trova. Grazie alla particolare facciata, costituita da un’alternanza di pannelli in acciaio riflettente e pannelli di vetro, l’edificio sembra smaterializzarsi, mimetizzandosi con l’ambiente circostante. I pannelli di acciaio riflettente sono inoltre caratterizzati da differenti profondità in funzione delle loro posizione, garantendo effettivi visivi sempre diversi a seconda del lato dal quale viene goduto l’edificio, che in questo modo acquista forte dinamicità. L’edificio risulta composto da una serie di piani connessi tra di loro con continuità tramite dei collegamenti che si rileggono in facciata, diventando scale, terrazze o piani inclinati ospitanti sale conferenze o auditorium all’aperto, fornendo un layout funzionale estremamente vario e flessibile. Sia l’involucro dell’edificio che i suoi impianti, affidati alla domotica, sono estremamente performanti, garantendo la classe energetica A nella certificazione Casaclima all’intervento.
Località – Location: Roma – Italy
Committente – Client: Intecs spa
Fase – Phase: invited architectural competition | first prize – Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione artistica – Preliminary and final design, tender drawings, site supervision | completed
Superficie – Area: 3.500 sqm
Anno – Year: 2010-2014
Team: Design team: Modostudio (Fabio Cibinel, Roberto Laurenti, Giorgio Martocchia) with Arch. Sofia Cattinari
Consulenti – Consultants: structural engineer: Ing. Gilberto Sarti; mechanical engineer and Klimahaus consultant: Ing. Michele De Beni; fire consultant: Ing. Fernando Orlandi
Impresa – Contractor: Cogei Costruzioni S.p.a., Cami costruzioni s.r.l.
Photographs: © Julien Lanoo, © Solange Souza

villa privata a pettenasco

L’edificio è situato su un crinale che guarda verso il lago d’Orta, nelle Prealpi piemontesi; il progetto prevede la realizzazione di un’unità di circa 120 mq, destinata a residenza di vacanza e completamente integrata con la natura: la costruzione ipogea prevede che l’unica porzione visibile da strada sia lo sbarco del corpo scala; verso valle un serramento continuo in legno permette dall’interno uno sguardo completo sul lago; i muri laterali contro terra e quelli dell’ingresso sono rivestiti in pietra a secco, secondo la tecnica costruttiva tradizionale del luogo.
Progettare gli interni di una villa costruita con pareti di cemento armato grezzo è un tema tanto affascinante quanto semplice: per una strana alchimia fatta di opposti, ogni oggetto che abbia un minimo grado di finitura, se viene accostato a pareti tanto grezze da lasciar vedere i segni della ruggine lasciata dai ferri dei casseri e le imperfezione dell’impasto di cemento, sprigiona una grande forza espressiva; ciò accade ancora di più se il dialogo è fra cemento e materiali nobili come il legno. Tutta la casa è un continuo accostamento al cemento di arredi realizzati in legni differenti per forma ma omogenei nel colore; alcuni arredi su misura hanno forme geometriche pure, decise; come fossero estensioni delle pareti in cemento; altri, da catalogo, hanno una leggera morbidezza delle forme e tappezzerie dai colori tenui. Il risultato è un ambiente nello stesso tempo rigoroso e accogliente.
Il giardino è stato progettato affrontando dei temi comuni anche per l’intervento architettonico: mantenere la vista verso il lago, modellare il terreno in senso architettonico, concentrazione del tema del colore su alcuni elementi (bulbose e orto), creazione di un giardino a bassa manutenzione e rustico, concentrazione degli elementi di pregio solo in alcuni punti localizzati (ingresso, piscina, terrazza) è inoltre prevista la possibilità di programmare gli interventi nel tempo a seconda dell’uso delle residenza da parte dei suoi abitanti.

Casa ERNY

Design team: Architrend Architecture
Location: Marina di Ragusa
Client: Private
Photo: Giorgio Biazzo, Moreno Maggi
Una villa a Marina di Ragusa, radiosa nei suoi bianchi netti, delinea lo spazio circostante secondo prospettive
che la collegano con il paesaggio marino. La piscina su cui si specchia il fronte principale,
esalta la purezza del disegno contemporaneo della villa. Il progetto delinea alcune scelte che nel disegno degli sbalzi della cornice anteriore, dell’ampia vetrata d’angolo, esalta il suo rapporto con il contesto, offrendo un eccezionale panorama sul mare limpido di Marina di Ragusa.

The villa is located in the Marina di Ragusa, shining in her white net, defines the space surrounding
and all perspectives of the villa which are connecting to the Marin landscape. The pool which reflects the main façade, intensify the purity of the contemporary design of the villa. The project exalts the relationship with the context by some choices such as the design of the platform in front of the building and the large window on the corner, offering an exceptional view on the beautiful coast of Marina di Ragusa.

Villa D

Design team: Architrend Architecture
Location: Ragusa
Client: Private
Photo: Giorgio Biazzo