Zhuhai Cultural Center

The project is based on the use of a privileged positioning of the building within a corner site, so as to celebrate the various views of the diverse landscapes around it. It has been created a main ribbon, driven by a circulation shaped by the views. It starts in the northeast corner of the site at the last floor all the way till the south east to create a panoramic platform for the urban frontage of the site; then it starts to descend towards the southwest as it approaches the water frontage and its beautiful views. Finally it turns around at the northwest corner and it touches the ground level to embrace the landscape and the inner plaza.The green strategy is based on the idea of ‘pulling’ and ‘stretching’ the proposed green running along the water front into the site, generating a series of green spaces along it and anchoring 3 plazas: one internal, more intimate, and two public, facing the waterferont and the city.

Low Carbon Center

The concept for the Low Carbon Exhibition Centre starts with references of geology: carbon being a product of intense geological forces and processes, in fact the same atomic composition as diamond.
Hence crystals, as a more refined version of carbon and elements that connect the natural world to the world of mankind through their precision and geometry.Crystalline forms offer an ideal formal repertory for a sustainable future of buildings that link and relate closely to the environment.Three main functions (multifunctional hall, interactive hall, temporary exhibition) are duly represented and legible in the three main crystalline volumes of the project. These solids are connected by a tessellated mesh, forming one continuous and differentiated space. The main entrance is clearly legible and leads to a central atrium space full of light. A central spine from where all the various spaces can be seen and easily accessed.Whilst circulation has been designed to be clear and legible, there are many different possible routes that make for an exciting visit and also add flexibility and adaptability with all kinds of scenarios: visitors can enter through one of two entrances- the main entrance will lead into the central lobby from where all three building volumes can be accessed independently. Alternatively visitors can access from the basement of the auditorium/ multifunction hall where they can see the actual building services in action before walking up to the ground floor of the auditorium itself. From here they can either venture into the atrium or walk up in two directions to the auditorium’s mezzanine level- which in turn opens up to the accessible roofscape.Another important aspect is the integration with the ground. The building is sunken two meters down, so visitor will walk gradually down. At the same time, the volume of earth that has been taken out is being placed as mounts around the building as an articulated landscape that together with the building’s surfaces is shaped to maximize rainwater collection in specifically designed water pools. These water pools drain into two large water bodies at either end of the building so that the building appears as a bridge across a river. In addition, the water pre-cools the air intake a the East side significantly aiding the natural ventilation all year around.

Xixian Eco Restaurant

Based on the eco-strategy of the overall park, the restaurant has as an organic set up, with a menu centered on Xian’s regional produce and the local ingredients harvested from the garden’s orchard and the in-house hydroponic glassbox. The experience offered to dinners includes picking their own vegetables and following its cooking process.In addition to the dining experience, the project proposes some auxiliary activities such as a children playground and a greenhouse, both included in the internal layout of the restaurant. Such functions and their distinctive spatial requirements—both layout and materiality—are woven into the two ribbon like bodies converging by the entrance.Morphologically speaking, the building grows from the topography at the north, evolving into a sinuous body that splits creating a gap for natural light and a vertiginous volumetric drop at the entrance plaza. Toward the south, it sits onto an artificial higher elevation, hence allowing for a series of ludicrous spaces (children playground and greenhouse) that play with the slopes through some slanted surfaces, among which we locate the main access ramp to the upper floor.The butterfly house is located on the south outer ring of the building. With the comparison of the continuity on the north side, the butterfly house is inserted into the building as a glass case that brings the landscape indoors. At the same time, a series of spaces are generated as an integrated body that interweaves the landscape, the playground and the two main floors of the restaurant.

Dolce&Gabbana Uffici e Showroom

La sede Dolce&Gabbana di Milano ospita gli showrooms per l’esposizione delle collezioni, gli uffici, un ristorante e spazi di rappresentanza per una superficie totale di 10.000 mq. Due corpi di fabbrica articolati su sei piani più due interrati si affacciano su una vasca d’ acqua che si apre verso un giardino di pietra lavica. Le facciate dell’ edificio interamente vetrate sono caratterizzate da una composizione articolata di volumi aggettanti in legno teak.
Interior design: architetto Ferruccio Laviani
Milano, Italia
2000 / 2002 – Costruito
Committente: Dolce&Gabbana S.r.l.
Superficie costruita 10.000 mq

© Andrea Martiradonna

Fola Housing

Il complesso di edilizia residenziale sovvenzionata Fola, a Sesto San Giovanni a nord di Milano, rientra nell’ambito di un piano di recupero urbano che riguarda tutta la zona circostante. L’obiettivo principale delle soluzioni proposte è stato poter realizzare un edificio di grande qualità a budget economico ridotto. L’edificio, dalla caratteristica forma a C, si sviluppa su quattro livelli, con un piano terra e un piano interrato. Le due ali laterali racchiudono e danno forma a una piazza interna che rappresenta il luogo privilegiato di relazione e intrattenimento degli abitanti e il principale affaccio sugli spazi verdi attrezzati vicini. La facciata principale si sviluppa per una lunghezza di 48 metri, ritmata dal passaggio alla piazza interna e dalle fasce a nastro che contengono le finestre e gli scuri di metallo scorrevoli. Le soluzioni tecnologiche trovate sono semplici ma efficaci per garantire il massimo della qualità ambientale per ciascun appartamento.
Sesto San Giovanni, MI, Italia
1996 / 2000 – Costruito
Committente: Comune di Sesto San Giovanni
Superficie costruita: 4.000 mq

© Andrea Martiradonna

Dolce&Gabbana Factory

L’edificio, di 4.500 mq ospita lo sviluppo prototipi e la produzione di accessori in pelle. Grandi vetrate e rivestimenti in legno rimandano al grande valore naturalistico del contesto e facilitano un rapporto diretto con l’esterno. Gli uffici e i laboratori si affacciano su un giardino tipico “siciliano” che poggia su un letto di pietra lavica nera. Il progetto ha inoltre previsto il recupero ambientale di un‘area complessiva di 46.000 mq compresi tra l’edificio e l’Arno.
Incisa in Val d’Arno, Firenze, Italia
2000 / 2001 – Costruito
Committente: Dolce&Gabbana S.r.l.
Superficie costruita 4.500 mq
© Andrea Martiradonna

Porta Nuova Building

Questo edificio rientra nel progetto di riqualificazione urbana della zona Porta Nuova, nel centro di Milano. Il volume distribuisce circa 22.500 mq su cinque livelli e il piano terra, per un’altezza complessiva di 26 metri, in contrapposizione con gli edifici circostanti e il piano generale che prevede volumi molto più alti. Il piano terra è ritmato da un grande portico commerciale, mentre gli uffici sono ospitati nei cinque piani soprastanti. L’edificio, dalla forma semplice e sinuosa, articola e raccoglie le due diverse volumetrie previste dal piano in un unico elemento segnato da un profondo taglio centrale. Le due facciate sono trattate in maniera differente: quella nord che guarda alla piazza centrale è ritmata da grandi vetrate, mentre quella a sud, dal profilo curvo e sinuoso, è protetta da un sistema di schermi solari.
Concorso ad inviti, primo premio
Milano, Italia
2006 /2013 – Costruito
Committente: Hines Italia SGR S.p.a.
Superficie costruita: 22.500 mq
© Andrea Martiradonna

i giardini di brucoli

Le residenze i “giardini di Brucoli” sono inserite in uno straordinario contesto paesaggistico, un parco privato di 58 ettari situato sulla una balza” calcarea affacciata sul mare di Brucoli, piccolo borgo di pescatori caratterizzato dalla singolare presenza di un castello aragonese del XV secolo. Le residenze sono a pochi metri dalla spiaggia, con un panorama su una delle baie più belle della Sicilia; sull’orizzonte svetta la cima imponente dell’Etna, le calette di molte insenature e un fiordo naturale con le sue pareti verticali forate da grotte preistoriche, utilizzate come abitazioni nell’età neolitica. La straordinaria orografia del sito da cui si può ammirare il fiordo di Brucoli, le scogliere e il paesaggio costiero da oltre venti anni è stato avversato dal notevole degrado costituito da una lottizzazione in stato di totale abbandono. La lottizzazione Gisira risalente agli anni ’70-’80 è costituita da oltre 400 unità abitative, in prevalenza residenze bifamiliari e quadrifamiliari, occupanti un lotto di circa 2000 mq ciascuna, e da una serie articolata di servizi. Il villaggio non è stato mai completato del tutto, e la maggior parte degli alloggi sono stati abbandonati e spoliati da ogni suppellettile. Ciascuna unità abitativa era costituita da una veranda sormontata da un sistema brise soleil in c.a. e nella parte opposta da un portico sormontato da una vasca che doveva accogliere un giardino pensile. I principali degradi fisici alle strutture sono causati dall’ambiente marino saturo di sale, dall’impiego non corretto dei sistemi costruttivi e pessimi materiali da costruzione delle strutture portanti. La società Minoter – Gruppo Cualbu – ha indetto nel 2006 un concorso privato ad inviti per il recupero della lottizzazione Gisira; concorso vinto da Vincenzo Latina. Dopo vari studi e indagini negli edifici interessati dal recupero si è convenuto che il degrado era così avanzato da non rendere attuabile un intervento di ristrutturazione. E’ stato redatto quindi un progetto che cambia il sistema strutturale da quello intelaiato a quello in muratura portante mantenendo intatto il perimetro, la giacitura e la volumetria esistente degli alloggi. Il progetto prevede interventi di sostenibilità ambientale attuati attraverso la realizzazione di nuovi edifici che rispettano le norme di piano, con forma e volumetria simili all’edificio demolito, per evitare “contrapposizioni” con l’ambiente circostante; il rispetto della tradizione costruttiva del luogo; l’utilizzo di materiali che rispondano alle norme sul risparmio ed efficienza energetica. L’intervento prevede una progettazione eco-compatibile con riciclo di materiali degli edifici demoliti; uso di materiali facilmente reperibili nel mercato locale; uso di materiali riciclabili e rinnovabili; uso di materiali a basso contenuto energetico; impiego di sistemi di riciclo dell’acqua piovana; salvaguardia dell’ambiente naturale; efficienza energetica. Il “recupero” delle ville avviene con interventi di demolizione e ricostruzione che si possono ascrivere al “restauro tipologico”. La realizzazione di un ampio programma di edificazione ha imposto di costruire di qualità rinunciando intenzionalmente ad accenti formalisti o enfatici.
Progettista: Vincenzo Latina
Committente: Gestioni Immobiliari 2003 Srl / GESTIM 2007 Srl
Gruppo di progettazione: Silvia Sgariglia
Collaboratori: Vincenzo Mangione, Luca Sipala, Cristina Speranza, Alfio Forte, Umberto Canigiula, Fabio Tantillo, Rossella D’angelo
Consulente strutturale: Ing. Antonio Gallitto
Fotografie: Massimo Cristaldi

la pineta di Raffaello

Gli alloggi della Pineta di Raffaello sono ubicati in un comparto urbano di recente espansione di edilizia residenziale, denominato Tremilia. Tale area situata a nord di Siracusa, a ridosso delle Mura Dionigiane e del Castello di Eurialo (nella frazione di Belvedere), è caratterizzata da svariate lottizzazioni, connotate dalla imperante banalizzazione tipica delle “villettopoli” contemporanee. A differenza delle isolate “villette”, gli alloggi della Pineta sono disposti in sequenza tramite una successione di edifici uniti fisicamente dalla copertura e da un sistema di androni e verande localizzati al primo piano delle unità abitative; tale composizione imposta dei particolari coni visivi, che strutturano viste inquadrando il paesaggio circostante e organizzando dei peculiari “quadri prospettici” che interrompono la consistente massa dell’edificato.
Progettista: Vincenzo Latina
Collaboratori: Cristina Speranza, Fabio Tantillo, Rossella D’Angelo
Committente: Assennato Costruzioni

Giacomuzzi

Questo edificio è la nuova sede di Giacomuzzi sas, una impresa di installazioni idrauliche specializzata nell’impiego e lo sviluppo di tecnologie ecologiche. Una forte tendenza all’innovazione, che si è voluta integrare e rappresentare con un’architettura all’avanguardia. L’edificio sembra svilupparsi direttamente a partire dal terreno, dal quale si eleva come una fascia contorta. Negli spazi interstiziali vengono ospitati tre piani molto aperti, delimitati solo da un’efficiente facciata in vetro isolante. Le soluzioni tecnologiche, come i pannelli solari e fotovoltaici, sono integrati direttamente nella «fascia», dando unità ad edificio ed installazioni.