An important collection of African art rests on the wooden sideboard in the living room of Ramp House, located in a quiet garden-neighbourhood in São Paulo. The owners intend to convert the place in a cultural foundation in the future, thus the antique pieces, collected over the last decades, have determined the architectural design approach for the house: the use of the social spaces reveal the African masks in a delicate exhibition experience, in which art blends with everyday objects and domestic life merges with the historical pieces without the feeling of living in a museum.
A 25.50 meters long ramp – which connects the living room on the ground floor with the bedrooms on the first floor, where are also located the small home offices – organizes the internal architectural promenade and allows for observing the spaces from different perspectives. This movement between floors is made smoothly, as an interlude between the collective and the intimate areas.
The architecture of the Ramp House promotes a radical spatial continuity between the interior and exterior not only through large panes of sliding glass doors – that can be fully opened, connecting the living room with the garden – but also through the consistency in the use of the same materials both inside and outside. The wooden facade folds back towards the interior, becoming the roof liner that, in turn, folds again at the hall by the ramp to create an inner facade.
This three-dimensional surface building, a wooden ribbon, determines the structure and the actual volume of the house: a box – made of local Brazilian timber – projecting itself outward from the dense raw concrete sidewalls. Pillars rationally distributed over the internal space complete the structural system and contribute to enable the large spans of up to 9.70 meters. Setting up the ramp’s background – and of the whole living room – another concrete wall creates an austere, minimalist environment made with raw and natural materials. The timber on the roof lining also helps to complete the spatial feeling of cosiness in the room.
The 4 meter-wide veranda – facing the garden, under the cantilever– works as a gradation between exterior and interior, and constitutes a covered but open living space, pleasant to be used in hot days. This solution dialogues with the tradition of Brazilian architecture, both colonial and modern, which used historically analogous spaces for spatial transitions.
The relationship with the Brazilian architectural culture is also present in the folding wooden panels on the facade. Made of small brises-soleil (2cm wide and 7mm spacing), these elements allow for the shading of the bedrooms, with continued air circulation. The resulting is thermally pleasant internal spaces throughout the year.
The decor and interior design was conceived as a fundamental part of the architecture. The piece of furniture that holds the African masks in the living room, for example, had to have its own specific structural design to enable it to have the same clear span as the pillars (9,70m). The chairs, armchairs and tables mix old and new pieces by local Brazilian designers – such as Joaquim Tenreiro, Sergio Rodrigues – as well as international ones – such as Vladimir Kagan and George Nakashima – in order to highlight the architecture of the house and the artwork.
Ramp House’s project favoured the spatial continuity between inside and outside, the precise use of natural and raw materials and, above all, the possibility to exhibit in a delicate way the beautiful art collection as true architectural elements that organize the promenades. The spaces – free and continuous – can easily be rearranged in the future to transform the house into an institution dedicated to the collection.
Il Padiglione Polacco a Expo Milano 2015 di forma semplice e rettangolare è scandito all’esterno da cassette di legno. La struttura traforata rimanda infatti alla forma semplice delle cassette delle mele, prodotto più esportato dalla Polonia. Una delle principali attrazioni del Padiglione è il suo giardino magico, un frutteto popolato di alberi di mele. Il giardino nascosto diventa uno spazio dove rilassarsi ed è chiaramente legato all’agricoltura polacca. I visitatori raggiungono il giardino attraverso un sentiero piccolo e sinuoso, fiancheggiato a intervalli irregolari da alberi di mele. Il riflesso degli alberi crea l’illusione di uno spazio vasto e infinito, enfatizzando l’atmosfera magica. Una parte del Padiglione è poi dedicata alla promozione delle regioni e vuole incoraggiare l’uso agricolo della terra. Il sentiero guida il visitatore a un cinema, in cui sono proiettati filmati di promozione della cultura e dell’economia della Polonia.
Luogo – Milano
Anno – 2015
Committente – Futura design studio
Sustainability hub è un spazio innovativo di accoglienza, condivisione e integrazione, che risponde alla necessità di comunicare le nuove tecniche di produzione sostenibili relative al ciclo di compostaggio delle nuove cialde Lavazza. La struttura è in stretto legame con il contesto della cascina Cuccagna, un progetto del consorzio di associazioni milanesi che ha strappato una storica cascina del 1695 all’abbandono trasformandola in un nuovo spazio pubblico, un centro polifunzionale d’iniziativa e partecipazione territoriale. La partecipazione e lo scambio culturale accomunano fortemente le due strutture tanto che il nuovo spazio diventa un’estensione della cascina, con la quale dialoga sia da un punto di vista estetico che funzionale riprendendone l’archetipo e conferendole una permeabilità visiva e spaziale. Il volume tradizionale della serra è spezzato da aperture irregolari che generano ampi tagli di luce: esse caratterizzano lo spazio interno e creano viste privilegiate verso la cascina e il muro di confine settecentesco. Il sustainability hub è stato studiato per illustrare e contenere il ciclo di decomposizione dell’innovativa cialda di caffè Lavazza, la quale, una volta compostata, può dar vita a fughi commestibili. Proprio per questo la struttura nasce dalla fusione di due spazi climaticamente opposti: da un lato uno spazio umido per poter ospitare la riproduzione dei funghi, dall’altro uno spazio tropicale per permettere la sopravvivenza delle piantine di caffè.
Luogo – Milano, Cascina Cuccagna
Anno – 2015
Committente – Kfield comunication srl
Finanziatori – Lavazza, Novamont
Lo sviluppo del progetto architettonico ha determinato la realizzazione di un edificio che coniuga un’immagine unitaria con una giacitura articolata, determinata da fattori esterni (distanze, vincoli). L’andamento delle murature perimetrali si adatta ai vincoli esterni, l’esiguità del terreno non permette di definire andamenti geometricamente determinati. Partendo dal perimetro dato, attraverso una serie di rettifiche minori, correzioni di orientamento e consolidamento di rotazioni è stata determinata una pianta che viene ripetuta al piano primo, salvo piccole differenze. La pianta articolata non ha la possibilità di determinare l’andamento del colmo su basi geometriche. E’ a livello di volume che si sono verificati vari andamenti del colmo e delle falde, al fine di realizzare un volume elegantemente articolato, senza elementi struggenti. Una delle considerazioni prevalenti, durante la progettazione, riguardava la possibilità di articolare l’andamento delle coperture. La vicinanza della pista da sci, posta ad una quota notevolmente superiore, ha indotto un ragionamento relativo alla copertura e alla sua valenza di “quinto” prospetto. Il tetto è interamente visibile dall’alto; per questo motivo, si è scelto di configurare in modo articolato l’andamento del colmo. Questo andamento “spezzato”, definisce una curva di livello “artificiale” ; come conseguenza, dell’insieme di diversi piani di copertura, la gronda si muove su diverse altezze caratterizzando i prospetti. I due volumi di progetto si dispongono su piani diversi: il primo volume, ad una quota più bassa, si articola secondo una direzione prevalente nord -sud; il secondo, ad una quota superiore, si configura come elemento monolitico. L’insieme dei due elementi determina un binomio articolato ed estremamente coerente. l’intera struttura è in pannelli di legno tipo XLAM.
In una piccola casa a blocco di recente ristrutturazione rimaneva ancora da chiarire il destino del sottotetto. Il progetto realizzato si basa sull’idea di articolare l’impianto partendo dalla forte caratterizzazione dell’esistente. Tutti gli arredi sono pensati in modo organico con il disegno della copertura, sospesi e integrati con le falde. Lo spazio rimane libero e flessibile e il colore bianco dato a tutto l’involucro conferisce particolare luminosità.
L’appartamento presentava un’altezza interessante che la società Fanetti+Partners ha pensato di utilizzare per sdoppiare lo spazio. È stata costruita una seconda pelle in legno che regala una particolare atmosfera di uniformità. Sembra un blocco di legno sul quale è stata “scolpita la casa”; i vari locali e i mobili emergono dal blocco per sottrazione di materia. Sembra esistere senza bisogno di pareti come una seconda pelle in larice. Nello studio e nella realizzazione di questo appartamento, particolare attenzione è stata rivolta all’accostamento e al trattamento dei materiali: legno di larice cerato, così come le lastre in pietra a grande formato tagliate su misura per i pavimenti, travi in ferro anticate con trattamento ad acido per la struttura portante del soppalco e stuccature a encausto, anch’esse con finitura a cera, per le pareti di bagno e cucina. Ai rivestimenti e alle stuccature si alternano pareti rasate a gesso e lasciate volutamente bianche in modo da alleggerire l’effetto pannellatura e amplificare notevolmente la percezione dello spazio interno. La progettazione interna si è tradotta nell’organizzazione degli spazi pensata in modo tale da renderli il più possibile articolati e funzionali. L’ingresso si apre sulla zona living interamente in larice che prosegue anche nell’angolo cottura. La zona living, volutamente senza continuità verso altre zone aree, si apre poi in un secondo spazio che stupisce per l’articolazione dei flussi sia visivi che di camminamento. Aprendo la porta del grande cubo di legno si accede alla zona notte dove una scala centrale divide le due camere da letto e porta al piano superiore dove troviamo lo studio sospeso sulla camera matrimoniale. Un pavimento trasparente dilata lo spazio altrimenti un po’ soffocante. Il percorso continua nella zona destinata agli ospiti con due grossi materassi-divani nella parte in cui il soffitto si chiude a capriata.
Vivere in un panorama: confortevole, autentico – e senza il folklore di heidi. Su uno degli ultimi lotti rimasti liberi verranno costruite due case unifamiliari incastonate nel paesaggio con un panorama eccezionale che affaccia sul Catinaccio e sul gruppo del Latemar. Dopo una lunga escursione in montagna non c‘è niente di meglio che rifugiarsi comodamente in casa e concludere la giornata con un bicchiere di vino davanti al caminetto. Case in legno dallo stile e dai materiali tradizionali, ma con un design moderno, costruite in legno e materiali naturali. Le strutture in legno naturale e pietra danno alla casa quell’intimità e quel fascino che si trovano solamente nelle case di montagna.Trovare il giusto equilibrio tra materiali tradizionali e la moderna semplicità, questo è il segreto del moderno stile alpino. L’ampio soggiorno dalla pianta aperta è arredato in modo semplice e si apre con enormi vetrate verso l’esterno. In questo modo l’attenzione viene automaticamente catturata dalle vedute mozzafiato delle montagne. Il basamento della costruzione di tre piani è stato progettato in muratura rivestita in pietra locale. Il piano terra è composto da un ingresso, soggiorno-pranzo, bagno e guardaroba, mentre al piano superiore si trovano le camere da letto, entrambe con balcone e bagni. Al piano giardino si trova una camera da letto spaziosa con una generosa vetrata e un bagno annesso.
Esker Haus (Esker = Stratified geological formation) is a self-contained residential unit placed on top of an existing house from the 1960s. The project has been developed as a parasite which adopts the structure of its host and gradually distorts it to fit a unique organization and morphology. The apartment is formed by a series of steel and timber frames that deform to recreate the smooth hillsides of the surrounding Dolomites. This partly accessible roofscape also determines the spatial character inside; the spaces unfold through a series of angular and dynamic planes creating ever-changing perspectives and spatial constellations.
To form a topography for informal occupation, the split level organization leads to the lengthened section of stair. The overall spatial character is that of an echelon with a diffusion of functions and conditions where inside and outside, above and below become gradient zones of varying intensity. These interweave as a loop that transgresses from the most private zone of bedroom and bathroom via kitchen, dining and living rooms towards the more public and exposed territory of the multiple terraces.
The interior spaces are a reflection of the exterior geometry with folded planes accentuating the flow through the open split-level plan. As a transgression from the Cartesian orthogonal layout (determined in part by the structure below and functional requirements), the interior is designed towards the softer fluid morphology of the roofscape. Through its specific openings, the building frames the surrounding mountains and receives sunlight throughout the day in designated-use zones.
L’edificio unifamiliare PF, il rifacimento ed ampliamento di una costruzione esistente, si trova a metà del crinale, sotto il castello medievale di Pergine Valsugana ed occupa una posizione ideale sia per la bellissima vista sulla valle che per il soleggiamento, ottimale durante tutto l’anno.
I temi principali della progettazione sono la struttura, il risparmio energetico e la continuità spaziale interno-esterno.
La struttura portante dell’ampliamento, in acciaio, è del tutto autonoma dall’esistente: per mezzo di una trave Vierendel il piano primo è appeso al sottotetto, permettendo di avere una pianta completamente libera da pilastri.
L’involucro edilizio è caratterizzato da elementi ad alta prestazione energetica: le pareti esterne sono in prefabbricato-preassemblato di legno con isolamento in pannelli di fibra di legno, gli infissi in legno di larice sono basso emissivi. Gli impianti tecnologici sfruttano la ventilazione ad alto rendimento, il riscaldamento-raffrescamento degli ambienti avviene a pavimento e a parete, il solare termico fornisce acqua calda e la tecnologia domotica caratterizza l’impianto elettrico.
L’uso del legno si presta a creare un forte legame con l’architettura rurale di questa regione, l’edificio è costituito da due livelli costruttivi, il livello inferiore “pesante” e quello superiore “leggero”, coperto quasi totalmente da listelli. Qui, le grandi logge vetrate, a sbalzo, col legno di larice che si stende fin dentro l’abitazione, sui pavimenti e le pareti, creano una forte interrelazione tra l’interno e l’esterno dell’edificio, tra spazio privato e paesaggio rurale circostante.
Il Piano Locale e Urbano di Sviluppo di Cisterna, inserito nel Programma Operativo Regionale 2007–2013 del Lazio è destinato a dare una svolta al centro urbano di Cisterna; contempla al suo interno una serie di progetti inerenti la sostenibilità della mobilità urbana come la realizzazione di piste ciclo pedonali legate a un sistema di parcheggi di scambio modale. Il parcheggio di scambio modale su via dei Monti Lepini è il primo stralcio funzionale del progetto teso a creare ai margini dell’area target un sistema bipolare di infrastrutture tecnologiche formato da due stazioni di produzione energetica fotovoltaica attrezzate con colonne di ricarica per alimentare utenti privati per il car e il bike sharing e che prevede il secondo stralcio con la realizzazione del parcheggio di scambio su corso della Repubblica, all’altezza della rotatoria Monumento ai Caduti sul Lavoro. La realizzazione di un parcheggio di scambio infatti intercetta le più recenti istanze in tema di mobilità urbana e prevede l’utilizzo integrato di automobili a benzina e autoveicoli alimentati ad energia elettrica. L’obiettivo è quello di rendere sempre più ecologico lo spostamento di merci e persone, di limitare e ridurre le emissioni nell’atmosfera di gas nocivi all’uomo e all’ambiente e di immagazzinare le risorse rinnovabili attraverso opportuni dispositivi, rendendole così disponibili come fonti di energia alternative. In quest’ottica è concepito il parcheggio coperto da pensiline fotovoltaiche “clorophilla” che assolvono la duplice funzione di ombreggiamento e trasformazione dell’energia solare in energia elettrica.
La struttura portante verticale è costituita da pilastri in legno lamellare a sezione variabile, zancati ai plinti di fondazione in cls tramite staffe di base aperte in acciaio. Sopra l’impalcato di legno sono disposti dei pannelli in lamina di alluminio preverniciato e zincato a caldo dello spessore di 20/10 macroforati.
L’inserimento di tali pannelli non rappresenta solo una scelta estetica ma anche funzionale; il motivo decorativo dei pannelli ha anche lo scopo di creare un gradevole gioco di luci ed ombre sulla superficie dei parcheggi.
il pannello fotovoltaico di progetto è costituito da uno strato superiore di vetro extra chiaro dello spessore di 4 mm e uno strato inferiore di plastico trasparente al cui interno viene posto un film di celle in silicio poliocristallino.
La scelta progettuale di usare un tale sistema di captazione non convenzionale è dettata dalla volontà di dotare la struttura lignea della pensilina di un pannello solare trasparente, leggero e svincolato dagli altri, richiamando metaforicamente la forma e soprattutto la funzione della foglia come elemento in grado di trasformare la luce del sole in energia.
CREDITS:
COFFICE ARCHITECTURE
LOCALIZATION: CISTERNA DI LATINA
ARCHITECT: FRANCESCO COLAROSSI (TEAM MANAGER) LUISA SARACINO, PAOLO COLAROSSI